Prevedere il livello dei fiumi é possibile

Le abbondanti piogge degli ultimi due mesi hanno portato alla ribalta il tema della prevenzione dalle inondazioni e alluvioni. Sapere quanta acqua si riverserà nei fiumi dopo abbondanti piogge oggi é possibile grazie ai modelli idrologici, complessi sistemi matematici il cui obiettivo é modellare il comportamento dell’acqua una volta che, sottoforma di pioggia, è caduta sul terreno.

I modelli idrologici sono molto complessi, infatti al loro interno tutti i processi che avvengono nel sottosuolo devono essere rappresentati da opportune leggi fisiche sottoforma di equazioni matematiche. L’incertezza delle previsioni idrologiche così ottenute dipende da molti fattori, in primis l’incertezza sulla quantità di pioggia che penetra nel sottosuolo. Ottenere misure affidabili di pioggia é molto difficile, specialmente in ambiente montano, in cui le stazioni di misura sono prevalentemente concentrate nelle vallate o in luogi facilmente accessibili. Per questo le misure di pioggia prevenienti dai radar meteorologici sono largamente impiegate in questo tipo di previsione. Il radar meteorologico é  infatti in grado di misurare la pioggia con un’elevata risoluzione spaziale su aree molto vaste.

Le misure di portata dei fiumi assumono un ruolo fondamentale per questo tipo di problematiche, infatti permettono non solo di monitorare il livello dei fiumi in tempo reale, ma anche di verificare la correttezza delle previsioni idrologiche prodotte.

Riportiamo qui sotto un esempio di previsione idrologica. Si tratta di una previsione sperimentale per il fiume Verzasca, in Svizzera, prodotta dal WSL (Istituto federale di ricerca per http://buytadalafilonline20mg.com/ la foresta, la neve e il paesaggio della Svizzera). La previsione é stata ottenuta all’istante di tempo contrassegnato “init” nell’immagine, la linea blu rappresenta la portata del fiume osservata a posteriori, mentre le linee con gli altri colori  rappresentano diversi tipi di previsione idrologica ottenute con metodi e strumenti diversi tra loro. L’ombreggiatura grigia rappresenta l’incertezza della previsione.

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Su questa tematica é recentemente apparso un articolo sul quotidiano L’Arena (venerdi 7 Febbraio), a cura di Paola Dalli Cani, in cui il presidente di MeteoMonteBaldo Gabriele Lazzarini mostra come emettere allerte per i livelli dei fiumi sia effettivamente possibile mediante l’uso di stazioni di rilevamento e modelli idrologici. Ecco il testo dell’articolo:

Alluvioni, «serve una sentinella a monte». Lo dice Gabriele Lazzarini, «l’uomo delle nevi». «La sicurezza passa per la prevenzione e un sensore nell’Alpone, almeno a San Giovanni Ilarione», dice il veronese il cui nome fa rima con Corpo nazionale del soccorso alpino, Club alpino italiano, Servizio valanghe italiano, Federazione italiana sicurezza piste sci.
Settantuno magnifiche primavere ed un’esperienza lunga più di quarant’anni ne fanno uno dei più grandi esperti italiani in tema di neve. Ed è ai monti, quelli innevati in questi ultimi sette giorni, che invita tutti a guardare per capire cosa è accaduto a valle in questa settimana ma, soprattutto, per fare prevenzione vera partendo dalla conoscenza.
«Facciamo nostra l’esperienza della Valle d’Aosta», spiega Lazzarini. «Là da sei anni l’applicazione di un modello matematico abbinato ad alcuni sensori predice l’apporto d’acqua nei torrenti».
Solo qualche giorno fa ad una «sentinella» a monte dell’Alpone aveva fatto riferimento anche Sebastiano Lucchi, vice coordinatore della Protezione civile dell’Ana a Verona. Lazzarini guarda ancora più a nord, a partire dall’elemento che conosce meglio, cioè la neve (le sue tipologie, il suo peso) ma anche da quello che è accaduto nei primi giorni della settimana. Il comportamento anomalo dei torrenti, cioè i volumi robusti a monte e a valle una situazione pericolosamente quasi statica per ore ed ore, si spiega con la neve: «Aumento delle temperature legato allo scirocco (a cui le Prealpi veronesi e vicentine sono esposte) e con esso la pioggia, sommato alla presenza di una imponente massa nevosa, cioè i tre metri di media sulle Prealpi, sono una miscela esplosiva. Ecco da dove è arrivata quella mole imponente d’acqua che s’è vista nei torrenti in Val d’Alpone e nella Bassa», dice Lazzarini.
Il campanello d’allarme a lui era suonato domenica: «Il pericolo è rappresentato dalla tipologia della neve, molto molto umida e dunque con maggior peso specifico. La neve fonde a zero gradi e se a questo sommiamo le piogge arriviamo a una situazione di pericolosità estrema per l’apporto idrico dei sistemi fluviali delle Prealpi venete. E’ totalmente anomalo il grado 5 di rischio valanghe stimato per giorni e giorni: neve fresca e pesantissima, che vuol dire 300-400 chili per metro cubo».
Anomalia, dunque, «ma ampiamente prevista già nel 2008 al Climate change, il congresso di meteorologia italiana voluto dal Cai. Si predisse allora ciò che noi vediamo adesso».
Partire dalla conoscenza della neve, insomma, «che seppur condizionata da enormi variabili, quando fonde apporta un’enorme quantità d’acqua nei fiumi. Indicativamente ragioniamo a partire da 1 centimetro di neve che diventa 1 millimetro d’acqua, ma è solo un’indicazione di massima. Da noi ci sono accumuli spaventosi vicino alla pianura, siamo sulla scia del diluvio».
Soluzioni? «Importiamo la ricetta valdostana. Nel 2006, per stimare l’apporto d’acqua che con il disgelo sarebbe arrivata nei bacini idroelettrici, il Politecnico federale di Zurigo elaborò il modello matematico Eti (Enhanced temperature index) che, affiancato a punti di rilevamento, si rivelò efficacissimo anche per monitorare per tempo la crescita dei torrenti. La fusione della neve inizia con una rapidità impressionante ed imprevedibile, bisogna saperlo».
Per elaborare un modello matematico, però, serve tempo e studio: «Si può partire con l’installazione di centraline, anche in Val Squaranto, e la registrazione di quel che succede a valle a partire da quel che accade a monte: un dato di esperienza e uno storico è un punto di partenza. Il fattore tempo è cruciale», dice Lazzarini.
L’onda di piena arriva dopo due ore, due ore e mezza: un tempo sufficiente per far spostare auto e sfollare persone a valle in caso di pericolo. Per questo Lazzarini si mette a disposizione (348 0157830).

Gennaio 2014: più caldo e piovoso della media

…. se non ve ne foste accorti!

A parte gli scherzi, sono usciti i dati statistici del CNR sul mese di gennaio appena trascorso. Nelle mappe qui sotto sono rappresentate le anomalie di temperatura e precipitazione sull’Italia del mese di gennaio rispetto alla media 1971-2000. Come visibile, il mese di gennaio 2014 a livello nazionale è stato più caldo e piovoso del normale. La temperatura media nazionale è stata di 2,1 °C superiore alla media del periodo 1971-2000, un valore che ha portato il mese di gennaio appena trascorso ad essere il terzo più caldo dal 1800. Le anomalie maggiori si sono verificate al Nord-Est dove le temperature sono state tra 3 e 4 °C superiori alla norma. Dal punto di vista delle precipitazioni, l’anomalia nazionale è stata di +86%, con i valori maggiori anche in questo caso registrati sulle regioni nord-orientali dove si sono verificati apporti tripli o talora quadrupli rispetto alla media.

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Queste anomalie sono state causate dal continuo transito di miti perturbazioni atlantiche sulla nostra pensiola, e dall’assenza di invasioni di aria fredda proveniente da Nord o Nord-Est. Situazione che in montagna ha causato abbondanti nevicate, anche se solamente a quote medio-alte. L’innevamento sul versante sudalpino, infatti, é molto abbondante con accumuli che in alcuni casi sono da record. Anche sul Monte Baldo questa situazione ha portato ad avere importanti accumuli di neve, in particolare oltre i 1500-1600 metri dove la precipitazione é stata quasi sempre nevosa. Basti citare la misura del nivometro automatico della stazione ARPAV sulla Colma di Malcesine, che si avvicina al valore di 300 cm (nonostante tale misura risulti sottostimata a causa del trasporto eolico).
Per acccedere a tutti i dati climatici elaborati dal CNR:
http://www.isac.cnr.it/~climstor/climate_news.html

Il sito internet MeteoMonteBaldo si rinnova

Il sito internet dell’Associazione MeteoMonteBaldo si presenta da oggi con una veste rinnovata. Come potete vedere da queste pagine, l’associazione ha voluto creare un nuovo sito web, non solo per presentare i contenuti del vecchio sito in maniera più accessibile e moderna, ma anche per aggiungere nuove importanti informazioni.

Sotto il link Tempo Attuale si trovano tutte le informazioni riguardanti le condizioni atmosferiche misurate e osservate sul Monte Baldo. Il link ai Dati Meteo permette di visualizzare i valori dei principali parametri atmosferici misurati presso l’Osservatorio Rifugio Fiori del Baldo. In questa pagina vi é anche un collegamento alla pagina dei dati meteo misurati in località Tratto Spino, all’arrivo della Funivia Malcesine-Monte Baldo, gestiti da MeteoGarda. Vi é poi il collegamento alle immagini riprese in diretta dalla webcam installata all’Osservatorio. Da segnalare che la vista della telecamera non é fissa verso il Bresciano, ma ogni 10 minuti é possibile assistere ad una panoramica di circa 180 gradi che spazia dalle Prealpi Bresciane fino al Monte Carega.Vi sono poi due collegamenti a pagine esterne al sito per quanto riguarda il radar meteorologico, strumento in grado di rilevare la presenza di pioggia su una vasta area in tempo reale, ed il satellite meteorologico, con il quale é possibile vedere la nuvolosità presente sull’Europa e sulle Alpi. Il link Archivio Webcam costituisce una vera novità del nuovo sito internet. Infatti é possibile accedere all’archivio delle immagini della webcam dell’Osservatorio, andando a vedere le condizioni meteorologiche osservate in precedenza. Tale archivio costituisce una spettacolare miniera di fotografie di interesse geografico, meteorologico e in generale ambientale. Si possono visualizzare le imagini riprese dalla telcamera nel passato, non solo per quanto riguarda la vista fissa verso il Bresciano ma anche per quanto riguarda le panoramiche.

Vi é poi un link alle previsioni meteorologiche elaborate dall’Agenzia per la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV). Il bollettino ARPAV é sicuramente il più affidabile tra le tante previsioni che si trovano in rete, essendo elaborato in maniera specifica per la zona del Monte Baldo e, più in generale, per le Prealpi Venete e le Dolomiti. Presentiamo poi delle previsioni particolari (meteogramma) elaborate dal CISMA – Centro di Ingegneria e Sviluppo di Modelli per l’Ambiente – di Bolzano. Tale previsione é ottenuta con il modello numerico WRF per l’Osservatorio Meteorologico Rifugio Fiori del Baldo. Il meteogramma é facilmente leggibile, infatti oltre alla previsione dell’andamento dei principali parametri atmosferici si trovano anche le icone del tempo previsto.

La sezione articoli raccoglie gli interventi che vengono pubblicati sul sito, mentre la sezione Sicurezza in Montagna costituisce un vademecum per chi si accinge a svolgere un’escursione sui monti. La lettura di questa sezione é caldamente consigliata a chi vuole fare un’escursione sul Monte Baldo, specialmente se non ha molta esperienza con la montagna.

Vi é poi una pagina dedicata alla meteorologia alpina, e pharmacy viagra online in modo particolare agli studi meteorologici e climatici che sono stati fatti sul Monte Baldo. Tale pagina aspira a diventare un centro di riferimento per chi fosse interessato ad approfondire la meteorologia di montagna ed in particolare del Monte Baldo.

Vi sono infine due pagine dedicate rispettivamente all’Osservatorio Meterologico Rifugio Fiori del Baldo e all’Associazione MeteoMonteBaldo. Vi invitiamo a leggere tali pagine se siete interessati a conoscere la storia dell’Osservatorio e le sue caratteristiche, e a conoscere l’Associazione MeteoMonteBaldo. Buona lettura!