Informazione importante su dati e webcam live

Cari amici di MeteoMonteBaldo,

come avrete notato, negli ultimi tempi abbiamo avuto alcuni problemi nel garantire la trasmissione dei dati meteorologici e le immagini della webcam sul nostro sito internet. A causa di fattori non dipendenti dalla nostra volontà, infatti, non abbiamo potuto garantire la manutenzione ordinaria ai nostri strumenti situati all’osservatorio meteorologico Rifugio Fiori del Baldo. Inoltre, ci vediamo costretti nel rendere la webcam non più live. Sarà nostra premura, quando la situazione migliorerà, ripristinare i nostri servizi non appena le condizioni logistiche lo permetteranno. Dato che la situazione non potrà migliorare prima dell’inizio della stagione calda, ci scusiamo per il disagio causato e assicuriamo il nostro impegno per riprendere i nostri servizi non appena le condizioni logistiche miglioreranno. Vi comunichiamo inoltre che la possibilità di diventare sostenitori dell’associazione MeteoMonteBaldo per l’anno 2018 è al momento sospesa.

Cordiali saluti,

il team di MeteoMonteBaldo

“Troppi allarmi inascoltati, coinvolgere sindaci e cittadini”

In seguito ai recenti episodi alluvionali che si sono verificati in Toscana, pubblichiamo un articolo tratto da La Repubblica del 13 settembre, in cui il responsabile del Centro funzionale centrale per il rischio meteo-idrogeologico della Protezione Civile Carlo Cacciamani parla dei problemi del sistema di allertamento meteorologico in Italia.

ROMA. “Il sistema di allerta funziona, ma a volte fatica a percorrere l’ultimo miglio. Se Protezione Civile e Regioni emettono un allarme, anche solo giallo, non deve restare sulla carta. Deve arrivare ai cittadini, spingere il sindaco a mettere un vigile davanti a un sottopasso, mandare qualcuno a controllare l’argine, avvertire in ogni modo possibile le persone a rischio. Così come abbiamo esercitazioni obbligatorie antincendio, dovremmo averne contro le alluvioni, perché i fenomeni improvvisi e intensi purtroppo sono destinati a diventare ricorrenti, soprattutto se l’autunno subentra a un’estate torrida”. Carlo Cacciamani è da pochi giorni responsabile del Centro funzionale centrale per il rischio meteo-idrogeologico della Protezione Civile, dopo 32 anni da meteorologo all’Arpa Emilia Romagna (gli ultimi 9 come direttore). Si è fatto le ossa con piene sul bacino del Po, frane e confronti con sindaci a volte un po’ scettici: “Ricordo quando volevano fare una festa in riva a un fiume prima di una piena”.

Qual è esattamente il problema del sistema di allerta?
“Anche con la migliore pianificazione, esiste un rischio residuo che va gestito sul luogo e nel momento dell’emergenza”.

A Livorno, per esempio?
“Dal giorno prima era stato emanato un allarme arancione, che contempla espressamente la possibilità di vittime. I nostri mezzi non ci permettono di prevedere con ampio anticipo un temporale di 10 o 20 chilometri che scarica 250 millimetri di acqua in due ore e mezzo, né possiamo risolvere il problema di un fiume intombato dalla sera alla mattina. I bacini piccoli a volte impiegano meno di un’ora ad andare in piena. Però abbiamo pluviometri, idrometri e radar che ci inviano dati in tempo reale. Se dopo mezz’ora cadono 50 millimetri, dopo un’altra mezz’ora la situazione non migliora e abbiamo un fiume con una capacità di deflusso limitata, ti si devono drizzare i capelli in testa. Il sindaco o chi per lui deve far scattare l’emergenza. Subito, senza fax né Pec”.

In concreto?
“Ad esempio chiudere le zone a rischio, mettere un vigile davanti al sottopasso, mandare qualcuno a controllare che una nutria non abbia fatto un buco in un argine. Sembra una stupidaggine, ma potrebbe bastare a farlo crollare. Tutto questo non può essere fatto da Roma. E ancora: avvertire in ogni maniera, megafono incluso, chi abita in un seminterrato accanto a un fiume, se necessario evacuare le persone, giorno o notte che sia”.

E se poi non succede nulla?
“Sono scelte che un amministratore deve affrontare. Il sindaco di Genova che ha cancellato la partita sarebbe stato forse criticato, se non ci fosse stata Livorno. Evacuare un palazzo o cancellare un evento hanno un costo, materiale e sociale, che è certo. Di fronte esiste un rischio che è solo probabile, ma estremamente più tragico. Il dilemma è difficile, ma si semplifica se si elabora un piano in anticipo e lo si spiega ai cittadini”.

È un auspicio o una realtà?
“I piani di protezione civile sono obbligatori, ma solo l’86% dei comuni li ha adottati. Dovrebbero essere aggiornati, ma non sappiamo quanti lo siano. Di certo andrebbero discussi di più con i cittadini”.

Non sempre sono informati
“È vero, ma avrebbero i canali per informarsi anche da soli. Le allerte sono tutte online, in municipio si può controllare il livello di rischio della propria zona. Se c’è un’allerta arancione, la sera prima si deve parcheggiare l’auto al sicuro e togliere dalla cantina i beni preziosi. In alcuni progetti europei, come il Life Primes in Emilia Romagna, Marche e Abruzzo le misure di emergenza vengono discusse con i cittadini, che spesso hanno un’esperienza e una memoria del luogo utilissimi per la pianificazione. Ognuno di noi deve diventare un soggetto di protezione civile. I cittadini dell’Oklahoma, a furia di tornado, oggi sanno dove trovare informazioni e rifugio. In Italia siamo ancora un po’ indietro e il problema è più culturale e psicologico che non tecnico. Ci sembra impossibile che si possa morire per un temporale, invece il rischio può essere concreto”.

Esempi di comuni virtuosi?
“Ci sono. A Genova webcam e pannelli sulle strade avvertono del rischio, l’allerta arriva anche via sms, altrove gli allarmi sono sulle pagine Facebook dei sindaci, si organizzano corsi per volontari, si visitano le zone a rischio con gli abitanti e si tracciano in anticipo percorsi di fuga”.

Come finì la festa sul fiume?
“Il Comune si decise ad annullarla. Certo, la piena fu più ridotta del previsto, ma non c’era altro da fare. Ne sono convinto”.

Da La Repubblica, 13 settembre 2017

 

Bilancio dell’inverno 2016-2017

L’inverno 2016-2017 all’osservatorio di MeteoMonteBaldo a 1835 metri è risultato di circa 0,7°C sopra la media decennale 2006/2017. L’inverno è risultato il quinto più caldo a partire dal 2006.

Il trimestre ha registrato una media di -0,967°C ed è risultato più freddo rispetto all’inverno precedente (2015-2016) che aveva registrato una temperatura media di 0,0°C.

Nella figura sottostante, le temperature medie invernali all’osservatorio dal 2006 ad oggi.

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Rispetto all’inverno 2015-2016, l’inverno 2016-2017 ha registrato una diminuzione della temperatura di 0,967°C. Da segnalare la temperatura massima registrata il 9 dicembre 2016 di ben 12,1°C, la terza più alta mai registrata nel mese di dicembre da quando avvengono le misurazioni all’osservatorio. Nell’inverno precedente la temperatura massima era stata di +14°C ed aveva segnato il record di temperatura per tutti e tre mesi invernali a partire dal dicembre 2004.

La raffica di vento più forte è stata registrata il 02 dicembre 2016 a 168,7 km/h, nell’inverno precedente invece non aveva superato i 100 km/h.

Mensilmente l’inverno 2016-2017 ha registrato le seguenti temperature:

Dicembre: 2,6°C (-0,9°C rispetto a dicembre 2015)

Gennaio: -4,8°C (-2,9°C rispetto a gennaio 2016)

Febbraio: -0,7°C (+0,9°C rispetto a febbraio 2016)

Di seguito il confronto tra le temperature medie degli ultimi due inverni per i mesi di dicembre, gennaio e febbraio.

 

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In linea generale il mese di dicembre è stato caratterizzato da precipitazioni nulle sulla provincia veronese e dalla presenza dell’anticiclone . Il mese di gennaio ha visto risvolti più invernali dal punto di vista delle temperature, mentre le precipitazioni sono risultate ancora scarse e insufficienti. Il mese di febbraio ha visto un notevole aumento termico assieme ad un aumento delle precipitazioni. Queste non hanno comunque colmato l’enorme deficit di neve e piogge necessarie per mantenere nevai e falde.

Complessivamente l’inverno è terminato in media rispetto al ventennio 1985-2015 ma con un pesante deficit pluviometrico.

Di seguito le mappe di anomalia di temperatura e precipitazioni dell’inverno 2016-2017 rispetto alla media 1981-2010.

 

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Un autunno nella norma

All’Osservatorio meteorologico di MeteoMonteBaldo, cosi come su gran parte dell’Europa, l’autunno 2016 è stato termicamente in accordo con le medie del trentennio 1981-2010. Analizziamo quindi le principali grandezze atmosferiche relative all’autunno 2015 e 2016, con particolare attenzione ai dati misurati al nostro osservatorio.

Di seguito le anomalie di altezza geopotenziale a 500 hPa e temperature al suolo nell’autunno 2015 e 2016 rispetto alla media 1981-2010 (fonte NCEP/NCAR, cliccare per ingrandire).

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Per quanto riguarda il veronese, l’autunno è iniziato con un settembre molto caldo, tra i più caldi dal 1985; è proseguito con un mese di ottobre caratterizzato da temperature sotto la norma e con le prime deboli nevicate sopra i 1800 metri d’altitudine; infine novembre ha chiuso il trimestre autunnale con un andamento termico medio consono al periodo, ma con nevicate che si sono registrate solo oltre i 2000 metri di quota.

L’autunno 2015 in media si è comportato in maniera molto simile a quello del 2016 ma è stato caratterizzato da un settembre meno caldo di quello del 2016, un ottobre molto simile ed un novembre più caldo e secco rispetto al 2016.

Andando ad analizzare i dati di temperatura della stazione dell’Osservatorio meteorologico di MeteoMonteBaldo, si nota come con una temperature media di 5,2°C, l’autunno 2016 risulti di 0,7°C meno caldo rispetto a quella dello scorso anno (temperatura media 2015 5,9°C).

Mensilmente l’autunno 2016 ha registrato queste medie presso il nostro osservatorio:

Settembre 2016: 10,3°C     +2,8°C rispetto a settembre 2015

Ottobre 2016:     4,4°C        -0,5°C rispetto ad ottobre 2015

Novembre 2016: 0,9°C       -4,4C rispetto a novembre 2015

Tra settembre, ottobre e novembre  2016 la temperatura massima assoluta è stata registrata l’13 settembre alle ore 14:05 con 16.5 °C (17,5°C di massima nel settembre 2015), la temperatura minima invece il 29 novembre con -9,8°C (-7,4°C invece nel novembre 2015).

La raffica di vento più forte è stata registrata il 11 novembre con 172,6 km/h (101,1 km/h invece nel settembre 2016). Tale valore costituisce il secondo valore più elevato mai registrato all’osservatorio dal 2005, dopo i 176 km/h del 5 febbraio 2015. Per quanto riguarda la misura delle precipitazioni, la stagione appena conclusasi ha totalizzato circa 200 mm di pioggia all’osservatorio. Da ricordare, però, che la misura delle precipitazioni al nostro osservatorio è molto difficoltosa trattandosi di una stazione di cresta, e quindi non possiamo porre tale valore in un contesto climatologico con sufficiente accuratezza.

Infine, la figura seguente mostra l’andamento delle temperature medie dal 2005 ad oggi all’osservatorio. Appare evidente come l’autunno 2016 sia stato nella norma rispetto al decennio di dati in nostro possesso.

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Dicembre 1916: Il Mese della Morte Bianca

100 anni fa si consumava sui nostri monti una immane tragedia: dopo una settimana di nevicate abbondanti e un repentino rialzo delle temperature, il giorno 13 dicembre 1916 numerose valanghe uccisero moltissimi soldati impegnati al fronte della prima guerra mondiale.

Il gruppo di climatologia dell’Università di Berna ha dedicato a questo evento un approfondimento, cercando di ricostruire quello che accadde in quei giorni. Lo trovate al seguente link:

Approfondimento dicembre 1916 Università di Berna

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Trincea sul Monte Scorluzzo, al Passo dello Stelvio

 

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Valanga a Vermiglio

Nuove previsioni numeriche dell'Università di Trento

Nella sezione Previsioni del nostro sito abbiamo inserito un link alla pagina di visualizzazione delle previsioni numeriche elaborate con il modello WRF dall’ing. Lorenzo Giovannini del Gruppo di Fisica dell’atmosfera dell’Università di Trento, guidato dal prof. Dino Zardi (https://sites.google.com/site/trentinoweather/home).

Nel sito vengono mostrati gli output di simulazioni effettuate con il modello meteorologico Weather Research and Forecasting (WRF) sui seguenti 3 domini:

  • Italia centro-settentrionale – risoluzione orizzontale di 9 km, previsione per le successive 72 ore;
  • Alpi centro-orientali – risoluzione orizzontale di 3 km, previsione per le successive 48 ore;
  • Trentino e Monte Baldo – risoluzione orizzontale di 1 km, previsione per le successive 48 ore.

Le simulazioni sono inizializzate con gli output del modello a scala globale GFS.

L’elevata risoluzione del dominio a 1 km (Figura 1) consente di simulare in modo accurato le condizioni meteorologiche nell’area di interesse, comprese le peculiarità microclimatiche dovute alla complessa orografia del Monte Baldo.

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Figura 1: Dominio 1 km e relativa orografia.

Ad esempio nell’immagine seguente (Figura 2), che riporta l’accumulo di precipitazione in 12 ore previsto per la prima parte della giornata di domenica 28 febbraio 2016, si notano le precipitazioni abbondanti sul Monte Baldo, soprattutto sul suo versante orientale, interessato dal flusso umido proveniente da Sud-Est. Al contempo si può notare l’ombra pluviometrica sul lago di Garda.

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Figura 2: Precipitazioni simulate dal modello WRF nel dominio a 1 km dalle 12 UTC del 27/02/2016 alle 00 UTC del 28/02/2016.

Sul sito sono inoltre presenti delle pagine dedicate alla visualizzazione di alcune sezioni verticali di temperatura. Come si può vedere nelle Figure 3 e 4, una di queste sezioni comprende il Monte Baldo: in questo modo è possibile avere una dettagliata previsione del campo termico a tutte le quote.

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Figura 3: La linea bianca mostra la localizzazione della sezione di temperatura che comprende il Monte Baldo

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Figura 4: Temperatura prevista dal modello WRF alle ore 12 UTC del sildenafilonlinebuy.com 9 marzo 2016 nelle sezione che comprende il Monte Baldo.

Ricordiamo che sul nostro sito è presente da tempo anche una previsione grafica tarata sull’Osservatorio Meteorologico Rifugio Fiori del Baldo, elaborata dall’ing. Gianluca Antonacci del CISMA di Bolzano (Previsioni -> Meteogramma Monte Baldo).

Non solo informazioni importanti, dunque, per i professionisti della meteorologia chiamati a prevedere il tempo sul Trentino e sul Monte Baldo, ma anche dati liberamente a disposizione di tutti i curiosi e appassionati di meteorologia e di montagna che possono trovare informazioni dettagliate sulle condizioni meteo previste nelle prossime ore. Chiaramente si tratta di dati e informazioni che vanno poi interpretati in maniera corretta per elaborare una previsione meteorologica.

 

 

Bilancio dell'inverno 2015-2016 all'Osservatorio meteorologico

L’inverno 2015-2016 è stato uno dei trimestri invernali più caldi da quando sono iniziate le misurazioni meteorologiche all’osservatorio meteorologico Rifugio Fiori del Faldo, cioè dal dicembre 2014.

Solamente l’inverno 2006-2007, con una temperatura media di 0,5°C, è stato più caldo dell’inverno 2015-2016, che ha fatto registrare una media di 0.0°C esatti.

Nella figura sottostante, le temperature medie invernali all’osservatorio di MeteoMonteBaldo, dal 2006 ad oggi.

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Rispetto all’inverno 2014-2015,  l’inverno 2015-2016 ha registrato un aumento termico medio di +1,7°C, da segnalare inoltre la temperatura massima del primo febbraio 2016 di ben +14°C, la più alta mai registrata nei tre mesi invernali a partire dal 2006. Nell’inverno precedente invece non si erano mai superati i 10°C di massima.

La raffica di vento più forte è stata registrata il 22 febbraio 2016 a 99.7 km/h, nell’inverno precedente invece si erano toccati i 176.6 km/h.

Mensilmente l’inverno 2015-2016 ha registrato queste temperature:

Dicembre: +3,5°C       +4°C rispetto a dicembre 2014

Gennaio: -2°C             -0,2°C rispetto a gennaio 2015

Febbraio: -1,5°C           +1,3°C rispetto febbraio 2015

Di seguito il confronto tra le temperature medie degli ultimi due inverni per i mesi di dicembre, gennaio e febbraio:

 

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Da sottolineare come negli ultimi due mesi del 2015 siano state registrate le medie termiche più alte dei corrispettivi mesi di novembre e dicembre dal 2005. Proprio il mese di novembre, che dovrebbe essere prettamente autunnale, quest’anno ha riservato pochissima pioggia per la provincia veronese e temperature che all’osservatorio ai  Fiori del Baldo sono arrivate fino a +16,9°C per ben due giorni (9 e 10 novembre).

Impressionante è invece la differenza tra dicembre 2015 e dicembre 2005, uno dei più freddi da quando sono iniziate le rilevazioni

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Sul nord Italia il 2015-2016 è stato un inverno che è iniziato con un dicembre anticiclonico con marcate inversioni termiche in pianura e con poche precipitazioni. Temperature piuttosto alte per il periodo sono state registrate nelle località montane e anche le precipitazioni sono rimaste ben lontane dall’arco alpino.

In seguito un gennaio che alterna fasi anticicloniche a qualche veloce fase perturbata e a un’incursione di freddo continentale a cavallo tra la seconda e terza decade.

A febbraio invece tornano le piogge e la neve sui monti, dal punto di vista termico chiude comunque sopramedia sul nord Italia.

Complessivamente l’inverno si è concluso con una temperatura media sopra la media di riferimento 1981-2010 e con accumuli pluviometrici più o meno in media (soprattutto grazie al mese di febbraio).

Nelle immagini seguenti, l’anomalia di temperatura e precipitazioni rispetto alla media 1981-2010 (fonte NCEP-NCAR)

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Nasce l'AISAM – Associazione Italiana di Scienze dell'Atmosfera e Meteorologia

Da qualche settimana appena è nata l’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia www. aisam.eu . Riportiamo dal sito web dell’associazione gli scopi e le attività che essa si propone.
L’Associazione persegue i seguenti scopi:a) promuovere, a beneficio di tutta la società, lo sviluppo in Italia delle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia in tutti gli ambiti possibili, realizzando e offrendo opportunità e strumenti per l’incontro, la conoscenza reciproca, la collaborazione nonché la promozione – culturale, scientifica, educativa, tecnologica, professionale e imprenditoriale – di tutti i soggetti interessati alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia, e al loro sviluppo;
b) valorizzare in ambito internazionale le iniziative e i risultati conseguiti dalla comunità nazionale che si riconosce nelle Scienze dell’Atmosfera e nella Meteorologia, promuovendo la cooperazione internazionale e la partecipazione italiana a progetti, programmi e organizzazioni internazionali nel settore;
c) favorire la comunicazione e la collaborazione tra la comunità nazionale che si riconosce nelle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia e le comunità attive nell’Oceanografia, nell’Idrologia, nelle Scienze della Terra e in tutte le discipline connesse alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia, anche tramite la collaborazione con le rispettive Associazioni di riferimento.
Per il perseguimento delle proprie finalità l’Associazione può intraprendere le seguenti attività:
a) promuovere, coordinare e diffondere studi, ricerche, conoscenze e applicazioni nei vari settori delle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia;
b) favorire la diffusione e il recepimento a livello nazionale delle norme e delle raccomandazioni definite dalle organizzazioni internazionali, e in particolare dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e dalla International Association of Meteorology and Atmospheric Sciences (IAMAS), in conformità con quanto espresso dai delegati nazionali designati in questi consessi;
c) promuovere l’insegnamento delle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia nelle università, nelle scuole e in tutte le iniziative di formazione, e il mantenimento di elevati livelli di qualità;
d) organizzare, anche in cooperazione con altri soggetti, iniziative, eventi e strumenti per favorire la comunicazione, la collaborazione, la identificazione delle linee di sviluppo e l’integrazione sulle tematiche delle Scienze dell’Atmosfera e della Meteorologia da parte di tutti i soggetti interessati: servizi meteorologici, enti di ricerca, università, imprese, associazioni, operatori della comunicazione, e componenti della società civile;
e) elaborare e presentare studi, proposte e pareri su tematiche inerenti le Scienze della Atmosfera e la Meteorologia a supporto delle decisioni di competenza degli organi della pubblica amministrazione;
f) partecipare ad aggregazioni di soggetti costituite per il perseguimento di finalità coerenti con gli scopi dell’associazione;
g) promuovere le professioni connesse alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia:
- individuando i requisiti di conoscenza, competenza e abilità che definiscono i profili professionali connessi alle Scienze dell’Atmosfera e alla Meteorologia nei vari ambiti lavorativi, pubblici e privati;
-  istituendo, in conformità alla vigente legislazione, l’elenco dei Soci professionisti, afferenti alla specifica sezione di cui al seguente Art. 15;
- sostenendo la formazione permanente dei Soci professionisti attraverso la organizzazione o il patrocinio di scuole, corsi, seminari e altre iniziative di aggiornamento professionale;
- definendo i criteri di qualità, correttezza e responsabilità ai quali le prestazioni professionali dei Soci professionisti dovranno corrispondere;
-  stabilendo e adottando un codice di condotta, vigilando sulla condotta professionale dei Soci professionisti, e stabilendo le sanzioni disciplinari da irrogare a coloro che si rendono responsabili di violazioni del medesimo codice;
- attestando la rispondenza della preparazione professionale dei Soci professionisti ai criteri di cui sopra, anche mediante rilascio di apposito attestato;
- offrendo ai Soci supporto e assistenza nello svolgimento della loro attività professionale;
- promuovendo forme di garanzia a tutela dell’utente, tra cui l’attivazione di uno sportello di riferimento per il cittadino consumatore.

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Confronto estate 2016 ed estate 2015 all'Osservatorio meteorologico

L’estate appena trascorsa, che meteorologicamente parlando si è conclusa il 31 agosto 2016,  è stata molto diversa rispetto alla precedente.  Analizziamo quindi le principali grandezze atmosferiche relative alle estati 2015 e 2016, con particolare attenzione ai dati misurati al nostro osservatorio.

Di seguito le anomalie di altezza geopotenziale a 500 hPa nell’estate 2015 e 2016 rispetto alla media 1981-2010 (fonte NCEP/NCAR).

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Di seguito invece le anomalie di temperature a 1000 hPa per l’estate 2015 e 2016:

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Per quanto riguarda il veronese, l’estate è mediamente trascorsa con temperature meno alte e con accumuli pluviometrici maggiori sia alle basse che alle alte quote. Mentre il trimestre del 2015 aveva visto la cospicua presenza dell’anticiclone africano che aveva reso stabile l’atmosfera per quasi tutto il periodo estivo, quest’anno abbiamo avuto una maggior presenza dell’anticiclone delle Azzorre intervallato da ondulazioni del flusso atlantico che hanno causato veloci e significativi passaggi temporaleschi. Ciò non ha reso certamente un’estate fresca, ma nel complesso un trimestre più dinamico.

Andando ad analizzare i dati di temperatura della stazione dell’Osservatorio meteorologico Rifugio Fiori del Baldo, si nota come con una temperature media di 11.8°C, l’estate 2016 risulti di 1,37°C meno calda rispetto a quella dello scorso anno, e come la temperatura massima non abbia mai superato i 20°C, come invece era sempre avvenuto in  tutte le estati da dicembre 2004, quando è stata installata la prima stazione meteo (a parte nel 2007). Anche durante l’estate 2015 la temperatura era salita fino a 22.8°C il 6 luglio.

Mensilmente l’estate 2016 ha registrato queste medie presso la stazione dell’osservatorio Fiori del Baldo:

Giugno 2016: 9,6°C           -0,9°C rispetto a giugno 2015

Luglio 2016: 13,4°C           -2,3°C rispetto a luglio 2015

Agosto 2016: 12,5°C         -0,9°C rispetto ad agosto 2016

Di seguito il confronto di temperature medie tra giugno, luglio e agosto 2016 e 2015.

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Tra giugno, luglio ed agosto 2016 la temperatura massima assoluta è stata registrata l’11 luglio alle ore 14:05 con 19.8 °C (22.8°C di massima nel luglio 2015), la temperatura minima invece l’1 giugno con 3.7°C (3.5°C invece nel giugno 2015).

La raffica di vento più forte è stata registrata il 15 luglio con 144 km/h (152 km/h invece nell’agosto 2016). best site to buy viagra online

Rispetto ai dati a disposizione delle estati degli anni precedenti, spicca l’elevata temperatura media dell’anno scorso, mentre un rientro in un range più normale dell’estate che si è appena conclusa.

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RESEt – Research and Education Svalbard Experience

Cari amici di MeteoMonteBaldo, vi segnaliamo il progetto didattico RESEt, portato avanti da una classe di liceo di Rovereto, invitandovi a sostenerlo.

Trovate tutte le informazioni cliccando qui.

RESEt è un progetto didattico innovativo di indagine scientifica ed esplorazione di una regione artica svolta a scopi principalmente educativi.

RESEt intende attingere al potenziale formativo contenuto nelle esperienze umane dell’indagine scientifica, del viaggio esplorativo e della narrazione per creare una nuova e profondaesperienza educativa ispiratrice per le scelte future degli studenti partecipanti.

Il percorso formativo è stato avviato nel Novembre 2014 ed ha lo scopo ultimo di condurre uno studio comparato ed interdisciplinare dell’ambiente montano trentino e di quello polare artico, al fine di rilevare analogie e differenze dei processi e dei cambiamenti naturali ed antropici. Il progetto si articola in numerose fasi ed attività, una di queste prevede di svolgere durante il secondo anno, nell’estate del 2016, un viaggio di visita ed esplorazione scientifica alle isole Svalbard, un arcipelago nell’artico norvegese, dove si trovano alcune basi scientifiche tra cui quella del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) che ci si propone di visitare. La classe seguirà un percorso conoscitivo dei contenuti delle scienze polari che prevede numerose occasioni di contatto e conoscenza diretta del lavoro dei ricercatori e del mondo della ricerca polare e ambientale.

Il contesto formativo in cui RESEt ha luogo si caratterizza per un’elevata autonomia dello studente e dei gruppi di lavoro che presiedono a tutti gli aspetti organizzativi, gestionali edeconomici del progetto inclusi quelli collegati all’autofinanziamento.

Il progetto si articola su tre anni scolastici e si avvale dell’esperienza professionale maturata da Matteo Cattadori, docente di Scienze della classe e promotore della presente iniziativa, nella realizzazione di progetti nazionali ed internazionali di comunicazione e didattica delle scienze polari.